In virtù della bellezza e lucentezza di questo metallo prezioso, sin dai tempi antichi è stato utilizzato per monete, posate, vasellame, monili e altro. I lingotti d’argento che sono in commercio hanno normalmente titolo 999/1000, la lega è composta cioè del 99,9% da argento puro. La maggior parte di gioielli e di oggetti per la casa hanno invece titolo 800, 835 e 925. Questi numeri indicano la percentuale minima di argento puro che, combinato con altri metalli, compone l’oggetto.
L’argento marchiato o punzonato 925, che in inglese è definito sterling silver, indica una composizione garantita di 925 parti minime di argento e 75 massime di qualsiasi altro metallo. In genere la componente in rame è preponderante tra gli altri metalli usati. Per particolari lavorazioni viene usato nella lega anche lo zinco in percentuali massime dello 0,5%. Il marchio 800 indica una composizione garantita di 800 parti minimo di argento puro e di 200 parti massimo di rame e altri minerali. Il titolo 835 è stato usato per molte monete d’argento, quali le 500 lire con le caravelle coniate dal 1957 dalla Zecca italiana.
In ogni paese esiste una disciplina legale sui marchi che devono essere riportati sugli oggetti d’argento a garanzia degli acquirenti. Per esempio in Inghilterra, già dal 1544, il simbolo dell’argento non è un numero come 800 o 925, ma una figura di leone passante verso sinistra. In Italia vigevano diversi simboli e sistemi a seconda dei periodi e delle dominazioni, e solo a seguito dell’Unità d’Italia furono soppressi i vari punzoni degli stati preunitari. Con legge del 2 maggio 1872 fu introdotta una punzonatura di garanzia facoltativa, una testa di donna turrita che, se riportava il numero 1 alla base, indicava il titolo 950, con il numero 2 il titolo 900, con il numero 3 il titolo 800.
Con legge del 5 febbraio 1934 vengono imposti due punzoni. Il primo, per esempio 800, racchiuso in un ovale, che indicava il titolo, e un secondo punzone che doveva contenere il numero dell’argentiere e la provincia, separati da un fascio littorio e racchiusi in una losanga tronca. Nel 1944 viene eliminato il fascio littorio mantenendo invariato il sistema del doppio punzone. Per esempio un oggetto che ha un punzone con un 800 racchiuso in un ovale affiancato da un secondo punzone che, all’interno di una losanga tronca, contiene la dicitura 1 BO, ci dice che l’oggetto è d’argento 800 ed è stato fabbricato dall’argentiere di Bologna che aveva ottenuto il numero 1.
Se troviamo i punzoni 925 nell’ovale e 79 PA nella losanga tronca significa che il nostro oggetto è d’argento 925 su 1000 ed è stato fabbricato dall’argentiere 79 di Palermo.
Con legge del 30 gennaio 1968 c’è una lieve modifica del punzone del produttore che da losanga tronca diventa esagono allungato in cui deve comparire una stella (simbolo della Repubblica), il numero e la provincia dell’argentiere.
Per esempio <* 79 PA> indica che l’oggetto è stato fabbricato dopo la legge del 1968 e il decreto attuativo del 1970. Questa punzonatura è quella tuttora vigente. Con legge 22 maggio 1999 è stato introdotto un nuovo punzone per i casi in cui l’argento sia esterno e a copertura di altro materiale. Immaginiamo un coltello d’argento. Di solito la lama e l’interno del manico sono di acciaio. Quindi l’argento è limitato a una lamina esterna al manico. L’interno può anche essere riempito di resina o altro materiale. In questo caso il nuovo punzone, una lettera R racchiusa in un quadrato, ci indica che il manico è “riempito” di altro materiale non prezioso.
Vicino alla R deve essere indicata la quantità d’argento minima e massima seguita da una g (grammi). Quindi R 3-5 g sta a indicare che l’oggetto “riempito” ha da 3 a 5 grammi d’argento. Nulla vieta di aggiungere loghi o simboli dell’argentiere.